In primo piano

ex C&C - LA FABBRICA DEI VELENI - 52.000 TONN. DI RIFIUTI TOSSICI E CANCEROGENI  SONO ABBANDONATI DAL 2004 IN STRUTTURE FATISCENTI

Fb: Comitato SOS C&C 
E.mail: comitatososcec@gmail.com
Web: Orto sociale - La fabbrica dei veleni

COS'E': è una fabbrica, ospitata nei magazzini della ex Magrini-Galileo, che contiene, stoccati in modo molto approssimativo e senza adeguata sicurezza, 52.000 tonnellate di rifiuti tossici e cancerogeni. E' una bomba a orologeria che minaccia la nostra salute e il nostro territorio.

DOV’E’: si trova in territorio di Pernumia, ai confini con Battaglia Terme e Due Carrare, a pochi passi dal canale Vigenzone. La capacità inquinante della  fabbrica va molto al di là dei quartieri che si trovano nei suoi pressi:  l'inquinamento non ha confini, viaggia attraverso l'aria, le acque di falda, la catena alimentare. Il problema interessa pienamente i tre comuni, e oltre.

RISCHII rischi di incidente industriale rilevante e di inquinamento ambientale sono di molteplice natura:
1. Rischio di tromba d'aria: le trombe d’aria sono sempre più frequenti nella nostra zona e il grave episodio avvenuto nella vicina Montegrotto Terme nel luglio 2010, che ha scoperchiato abitazioni e sradicato alberi, deve far riflettere sulla probabilità che un simile evento meteorologico possa interessare anche il sito della ex-C&C, sollevando il tetto e facendo disperdere le polveri in un raggio di diversi chilometri.
2. Rischio incendio. Il principio di incendio avvenuto nel 2007 evidenzia l’alta probabilità che si possa concretizzare ancora questo rischio, o di natura dolosa o per autocombustione, data la rilevantissima percentuale di idrocarburi contenuti nei fanghi tossici. E vista l’entità dello stoccaggio, un incendio avrebbe proporzioni immani e conseguenze devastanti.
3. Rischio di alluvione. Il nostro territorio ha subìto recentemente importanti alluvioni. Per il sito della ex-C&C l’esondazione è stata sfiorata sia a dicembre 2010 sia a marzo 2011, quando le acque del Canale Vigenzone hanno superato il livello di allerta. Data l’ubicazione della ex-C&C, a ridosso del canale, un'eventuale esondazione  disperderebbe i fanghi tossici su gran parte del territorio di Pernumia, Battaglia Terme e Due Carrare, con danni irrimediabili per le attività agricole e per la popolazione. Un tale disastro avrebbe gravissime ripercussioni su tutto il percorso del Vigenzone, e trasporterebbe gli inquinanti lungo i fiumi fino all'alto Adriatico.
4. Rischio terremoto.  Gli avvenimenti accaduti in Emilia Romagna ci fanno capire che la Pianura Padana non è esente da rischio sismico. Una scossa anche di media intensità potrebbe far crollare la struttura vetusta e già compromessa dell’edificio ex-C&C, riducendo il sito a una discarica a cielo aperto di rifiuti tossici, esposta agli agenti atmosferici. 
5. Rischio inquinamento della falda.  Fino al 2010, circa 3850 tonnellate di materiale si trovavano sotterrate nel terreno circostante l'edificio, sulla nuda terra e dunque esposte agli agenti atmosferici e al dilavamento meteorico, e potrebbero avere inquinato il suolo e le falde. 

SITUAZIONE: Nonostante lo stanziamento di 700.000 euro per lavori di caratterizzazione e messa in sicurezza, non è ancora stato fatto nulla, mentre per la bonifica non c’è ancora nessun progetto. Dopo dieci anni dalla nascita della ditta C&C e sette anni dalla data del sequestro da parte della Magistratura, i cittadini di Battaglia Terme, Due Carrare e Pernumia si troviamo ancora a convivere con un rischio sanitario e ambientale di grosse dimensioni. Mentre la 
 messa in sicurezza e la bonifica diventano sempre più urgenti, visto il degrado della struttura.

La ditta proprietaria, dal canto suo, la Cedro srl, oltre a non aver versato l’ICI dovuta al Comune di Pernumia per un importo ad oggi di circa 1.800.000 euro, non intende provvedere alla bonifica dell’area di sua proprietà, nonostante l’art 192 della D.L. 152/2006 preveda che l’abbandono e il deposito incontrollati di rifiuti sul suolo e nel suolo sono vietati, riuscendo perfino a vincere un ricorso al TAR in tal senso.
Infine, la stessa ditta si dimostra latitante nei confronti degli amministratori che cercano di contattarla per le operazioni tecniche urgenti e necessarie per avviare i carotaggi e la messa in sicurezza della struttura, sia pure con soldi pubblici.
Tutto questo sarebbe impossibile per una qualsiasi ditta ma evidentemente non per la CEDRO SRL.

Il sito, stante l’abbandono, per legge ricade nella classificazione di discarica di rifiuti tossici. Dalle analisi condotte risultano presenti le seguenti sostanze in quantità molto superiori ai limiti di legge: Piombo, Mercurio, Idrocarburi pesanti, Cadmio, Cromo, Nichel, Arsenico, Antimonio, Cobalto, Alluminio.

CONTESTO: Il nostro, come tutto il Veneto centrale, è un territorio molto fragile, dove una forte pressione antropica (insediativa, infrastrutturale e industriale) rischia di cancellare per sempre bellezze naturali e architettoniche uniche e preziosissime.
1. A ridosso dell’edificio della ex C&C si trovano abitazioni di residenti, nelle immediate vicinanze vi sono interi quartieri residenziali (Ortazzo, Chiodare), la zona artigianale di Battaglia Terme e il suo centro abitato, oltre a svariate abitazioni sparse di cittadini dei tre comuni. 
2. La ex-C&C si trova anche a poche centinaia di metri dal tratto autostradale dell’A13 Bologna-Padova, un’arteria a intenso traffico.
3. L’edificio in questione si trova a ridosso del Canale Vigenzone, le cui acque confluiscono nel Bacchiglione, e questo a sua volta nel tratto finale della Brenta, a ridosso della laguna di Venezia. 
4. La fabbrica insiste in una zona che ha sempre avuto e continua ad avere una vocazione agricola, anche con coltivazioni definite ‘di pregio’. L’uso irriguo delle acque del Vigenzone pone un problema di salubrità idrica molto importante e strettamente connesso alla produzione alimentare della zona.
5. È da rilevare infine come la ex-C&C si trovi a ridosso del Parco Colli, un ambiente di eccezionale valore naturalistico, e di strutture architettoniche storiche e culturali di inestimabile valore quali Villa Obizzi, Villa Selvatico, Villa Mincana, Castello di San Pelagio e molte altre, nonché il Museo della Navigazione Interna.

STORIA IN PILLOLE': la fabbrica C&C, attiva dal 2002, avrebbe dovuto trattare rifiuti industriali (non però pericolosi) e trasformarli in inerti da destinare a lavori stradali. Invece commette due tipi di gravi illeciti:
1. riceve rifiuti di altro tipo, tossico-nocivi, dalle industrie di Marghera, e non solo;
2. non effettua i processi di inertizzazione, ma rivende il materiale tal quale. Verosimilmente molti camion carichi di rifiuti entrano ed escono anche senza scaricare, cambiando solo la bolla di accompagnamento. Ammassi di idrocarburi, metalli pesanti e chissà cos’altro diventano, con un'operazione di maquillage burocratico, conglomerato cementizio pronto all’uso. Puro traffico di rifiuti tossici.

Nel capannone intanto si accumula la preziosa fonte di facili guadagni: 52.000 tonnellate in tutto. Siccome non ci stanno più dentro, si scava di uno-due metri il cortile tutt’intorno e si seppelliscono altre 3500 tonnellate, sulla nuda terra, esposte al dilavamento della pioggia.

Intanto, tutt’intorno, si svolge la vita di migliaia di persone. Le fabbriche intorno che lavorano, le famiglie che vivono a pochi metri dalla C&C, a pochi passi il centro di Battaglia Terme e al di là del canale, neanche 100 metri in linea d’aria, il quartiere Chiodare di Due Carrare. Non dimentichiamo i campi coltivati tutt’intorno, anch’essi invasi dalle pericolose polveri.
La gente e le associazioni protestano, anche attraverso i giornali, capiscono che qualcosa non va, ma ricevono solo rassicurazioni sulla correttezza di tutti i parametri.

In un cantiere di Padova, che usava il materiale, si scopre che si tratta di materiali pericolosi non inertizzati, così parte il sequestro e la procedura giudiziaria. La ditta C&C fallisce nel 2005.
Da allora sono successe molte cose, a livello giudiziario e a livello politico e la vicenda è molto complessa.
Ma la cosa grave, è che a tutt’oggi, dopo dieci anni, il capannone con le sue 52.000 tonnellate è ancora lì, e non si sa per quanto, a minacciare, con via via maggiore incombenza, la salute di migliaia di persone e la salubrità di un territorio vastissimo.  Per la storia completa vedi www. ortosociale.org oppure www.lavespa.org   

Per contatti: 
Fb: Comitato SOS C&C 
Mail: comitatososcec@gmail.com 

Nessun commento: